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APPALTI (dopo DL 19/2024)

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2024, il decreto legge 2 marzo 2024, n. 19, con ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Per quanto riguarda la materia lavoro, queste le disposizioni più interessanti:

  • articolo 29 – disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare
    • benefici normativi e contributivi
    • novità in materia di appalti
    • aumento delle sanzioni
    • ripenalizzazione
    • prestazioni occasionali in agricoltura
    • lista di conformità
    • appalti pubblici e privati per la realizzazione di lavori edili
    • lavoro domestico
    • contrasto al lavoro sommerso e vigilanza in materia di salute e sicurezza
  • articolo 30 – misure per il rafforzamento dell’attivita’ di accertamento e di contrasto delle violazioni in ambito contributivo
    • violazioni in ambito contributivo
  • articolo 31 – ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro
    • potenziamento del personale ispettivo

Il Decreto Legge n. 19 del 2 marzo 2024, ha modificato l’articolo 29, del decreto legislativo n. 276/2003 (cd. Riforma Biagi), in materia di appalti.

Le modifiche hanno riguardato:

  • l’applicazione, ai lavoratori presenti nell’appalto, di un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dal CCNL e territoriale maggiormente applicato nel settore e per la zona il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto.
  • l’estensione della responsabilità solidale del committente anche nelle ipotesi dell’utilizzatore che ricorra alla somministrazione di prestatori di lavoro da parte di soggetti non autorizzati, nonché ai casi di appalto e di distacco privi dei requisiti previsti dalle rispettive norme di riferimento.

Queste le novità (in grassetto) apportate all’articolo 29:

Decreto legislativo 276/2003

Art. 29 Appalto

1. Ai fini della applicazione delle norme contenute nel presente titolo, il contratto di appalto, stipulato e regolamentato ai sensi dell’articolo 1655 del codice civile, si distingue dalla somministrazione di lavoro per la organizzazione dei mezzi necessari da parte dell’appaltatore, che può anche risultare, in relazione alle esigenze dell’opera o del servizio dedotti in contratto, dall’esercizio del potere organizzativo e direttivo nei confronti dei lavoratori utilizzati nell’appalto, nonché per la assunzione, da parte del medesimo appaltatore, del rischio d’impresa.

1-bis. Al personale impiegato nell’appalto di opere o servizi e nell’eventuale subappalto è corrisposto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale maggiormente applicato nel settore e per la zona il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto.

2. In caso di appalto di opere o di servizi, il committente imprenditore o datore di lavoro è obbligato in solido con l’appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori entro il limite di due anni dalla cessazione dell’appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, comprese le quote di trattamento di fine rapporto, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto, restando escluso qualsiasi obbligo per le sanzioni civili di cui risponde solo il responsabile dell’inadempimento. Il committente che ha eseguito il pagamento è tenuto, ove previsto, ad assolvere gli obblighi del sostituto d’imposta ai sensi delle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e può esercitare l’azione di regresso nei confronti del coobbligato secondo le regole generali. Il presente comma si applica anche nelle ipotesi dell’utilizzatore che ricorra alla somministrazione di prestatori di lavoro nei casi di cui all’articolo 18, comma 2, nonché ai casi di appalto e di distacco di cui all’articolo 18, comma 5-bis.

3. L’acquisizione del personale già impiegato nell’appalto a seguito di subentro di nuovo appaltatore dotato di propria struttura organizzativa e operativa, in forza di legge, di contratto collettivo nazionale di lavoro o di clausola del contratto d’appalto, ove siano presenti elementi di discontinuità che determinano una specifica identità di impresa, non costituisce trasferimento d’azienda o di parte d’azienda.

3-bis. Quando il contratto di appalto sia stipulato in violazione di quanto disposto dal comma 1, il lavoratore interessato puo’ chiedere, mediante ricorso giudiziale a norma dell’articolo 414 del codice di procedura civile, notificato anche soltanto al soggetto che ne ha utilizzato la prestazione, la costituzione di un rapporto di lavoro alle dipendenze di quest’ultimo. In tale ipotesi si applica il disposto dell’articolo 27, comma 2.

3-ter. Fermo restando quando previsto dagli articoli 18 e 19, le disposizioni di cui al comma 2 non trovano applicazione qualora il committente sia una persona fisica che non esercita attività di impresa o professionale.

SANZIONI

Il decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024 presenta nuove misure per il contrasto degli appalti irregolari, rilanciando la fattispecie della somministrazione fraudolenta, e introduce una perseguibilità penale.

▪️ In caso di irregolarità nell’appalto, utilizzatore e somministratore sono puniti con la pena dell’arresto fino ad un mese o con un’ammenda di 60 euro per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di occupazione.

▪️ In presenza invece di somministrazione fraudolenta, la pena può arrivare a tre mesi con ammenda di 100 euro.

Con il decreto sono modificate le fasce sanzionatorie per chi occupa lavoratori irregolari.

▪️ La sanzione arriva fino a 46.800 euro per ciascun lavoratore irregolare in caso di impiego per oltre 60 giorni di effettivo lavoro.

▪️ Per chi risulta recidivo, aumenta a 57.600 euro.